La tariffa che andava sotto il nome di “pieghi di libri inviati sottofascia” definiti anche "stampe editoriali", era una tariffa agevolata per le case editrici.
Introdotta il 1° Gennaio 1924, venne praticata con l'intento dichiarato di diffondere e favorire la cultura.

Sottofascia sta ad indicare che l'involucro degli invii di questa tariffa dovevano essere ispezionabili e che pertanto non potevano essere sigillati (praticamente come tutte le tariffe agevolate). Inoltre dovevano riportare sul lato indirizzo gli estremi della riduzione goduta.
Questa tariffa si differenziava, sia dalle stampe editoriali (periodici) che dovevano essere spedite in abbonamento postale senza affrancatura, sia dalle stampe spedite di seconda mano che già godevano della riduzione.
Riconoscere alla tariffa "libri sottofascia - stampe editoriali" una ulteriore riduzione per i libri inviati dagli editori, sia per il porto di spedizione sia per il servizio di raccomandazione, è stata cosa socialmente apprezzabile (questa tariffa essendo più conveniente venne utilizzata anche per lettere e cartoline a tariffa stampe che le case editrici inviavano).

Non ebbero però agevolazioni per l'assegno, cioè il pagamento che il destinatario versava per poter ritirare il plico. Inoltre dal 1 Luglio 1940 venne introdotta la possibilità di emettere (a pagamento) un attestato di spedizione del piego, che venne soppresso dopo il conflitto e ripristinato nel 1948.
Inoltre il peso massimo ammesso alla tariffa, che inizialmente era di 500 gr., progressivamente venne portato a 5 Kg.

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Cartolina a tariffa stampe editoriali ridotte di cent. sette e mezzo su cui sono riportate dalla parte indirizzo gli estremi della legge; se spedita in tariffa stampe sarebbe stata di cent. 10.	Francobollo specifico emesso per il primo porto della tariffa "stampe editoriali" in uso nel periodo 1.1.24 al 1.7.40