Sul finire del secolo Diciannovesimo nelle città con forte 
            circolazione postale sorsero (in concorrenza alle poste) strutture 
            (agenzie) che facevano un servizio di ritiro e consegna di corrispondenza 
            (e pacchi) all'interno della città: questo in base alla 
            normativa postale che non sottoponeva a privativa gli oggetti 
            di corrispondenza raccolti e recapitati all'interno degli abitati 
            "per espresso" (cioè con persona espressamente mandata 
            dal mittente). .
            
            Tali agenzie dal 1913 poterono esercitare questa attività 
            solo se debitamente autorizzate dalle Regie Poste e pagando un diritto 
            fisso per ogni oggetto trasportato, purchè avesse la caratteristica 
            di "espresso".
            Dal 1923 le stesse poste iniziarono ad utilizzare tali agenzie, 
            operanti nell'ambito cittadino, per le consegne del loro servizio 
            espressi. 
            Dal 1928, per una nuova disposizione, il recapito potè 
            essere effettuato (dopo autorizzazione) per le loro corrispondenze 
            nell'ambito cittadino oltre che dalle apposite agenzie di recapito 
            anche da enti, banche, operatori commerciali e ditte autorizzate.
            Sembra che alcuni enti che godevano della franchigia postale potessero 
            utilizzare tali agenzie di recapito, esonerati dall'affrancatura. 
            Infatti spesso i loro invii non riportavano la consueta marca (ma 
            sicuramente hanno pagato le agenzie di recapito); il caso è 
            riscontrato anche per le stampe private, erano forse le stampe 
            esonerate dall'applicazione delle marche?.
            
            Per tutti questi operatori il relativo diritto veniva pagato con le 
            apposite marche di valore fisso applicate ad ogni corrispondenza (ai 
            fini statistici doveva essere una sola marca per oggetto, se 
            necessario integrata con francobolli); esse dovevano essere annullate 
            da chi effettuava la consegna con timbro oleoso a data di modello 
            diverso da quelli della posta (solitamente di foggia rettangolare).
          
            I servizi espresso erano di diverso tipo e il costo da versare alla 
            società che effettuava la consegna variava di conseguenza, 
            ma la marca era di valore fisso. Gli oggetti postali erano sostanzialmente 
            costituiti da : stampe, cartoline postali, fatture, lettere anche 
            raccomandate e con ricevuta di ritorno (la ricevuta di ritorno 
            doveva essere anch'essa affrancata) e pacchi; tutti erano senz'altro 
            consegnati come espresso e tutti dovevano essere affrancati con la 
            suddetta marca.
            Le emissioni delle marche seguirono sia il variare del tariffario 
            che il tipo grafico cambiando gli stemmi in ragione del regime politico 
            del momento.
          
             
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              | Alcune marche per recapito 
                  in uso dal 1930 al 1950  | 
          
          Era stato poi previsto (da quando?) che le grandi aziende, banche, 
            enti ecc..., (sempre previa autorizzazione postale) avessero la possibilità 
            di consegna alle proprie succursali od agenzie localizzate nel territorio 
            confinante con il luogo di residenza della sede principale; a questi 
            enti verso gli anni anni "30 la normativa permise (sempre con 
            marca di recapito autorizzato) di annullare le consegne occasionali 
            anche con normali timbri a data per ufficio, purchè 
            fosse usato inchiostro indelebile e riportasse il giorno della partenza 
            della missiva.
            Dagli anni "50 la normativa cambiò, permettendo a tutti 
            l'affrancatura anche con francobolli annullati con data del giorno 
            di trasporto e bollo con inchiostro indelebile.
          Vale la pena ricordare quando e chi, secondo la normativa 
            postale, poteva senza autorizzazione trasportare la corrispondenza 
            senza incorrere in sanzioni 
         
        
           
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            | 1940 
              - Fronte di oggetto postale categoria 
              stampa inviato da ente statale e consegnato con agenzia espresso 
              non affrancato (godeva di franchigia ? e il bollo ovale?).
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 | 1946- 
              Fronte di oggetto postale categoria stampa 
              di associazione privata inviato a privato, anche questo non affrancato 
              perchè? .
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            | 1943 - 
                Recapito autorizzato espresso; busta consegnata a destino e 
                reindirizzata.La missiva è stata portata a 25 Cent. con francobolli 
                ma doveva essere affrancata nuovamente con 50 Cent. perchè 
                in partenza il verificatore non ha ritenuto valida la marca 
                di recapito contornando a matita e tassando per 70 Cent. (l'annullo 
                del recapito autorizzato è nascosto dai francobolli).
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 | 1938 - 
              Fronte e retro di una ricevuta di ritorno per recapito autorizzato 
              consegnato in raccomandata. Come da norme affrancata.
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            | 1955 
              - Busta di recapito realizzato in proprio 
              (autorizzato) in raccomandazione, pagata la tassa con affrancatrice 
              meccanica; da quando la norma? Probabilmente venne introdotta quando si concesse la possibilità 
              da parte di banche e aziende di affrancare con francobolli.
 | 1968 
              - Cartolina di recapito autorizzato pagata 
              anch'essa con affrancatrice meccanica. La norma probabilmente fu 
              concessa per evitare di doversi approvvigionare di marche alle Poste, 
              facilitando il rispetto della normativa potendo affrancare con i 
              francobolli e a macchina. |