STORIA POSTALE - BENEFICI VACANTI

Nel Regno di Sardegna dal 1848 vigeva lo Statuto Albertino, questa carta costituzionale del Regno affermava che: "la religione cattolica apostolica romana e’ la sola religione dello Stato".
All'epoca, ogni diocesi e parrocchia aveva delle proprietà; dai frutti di questi beni gli ecclesiastici traevano di che vivere integrando con le elemosine dei fedeli; se le entrate erano insufficienti a garantirne la sopravvivenza, le autorita’ civili provvedevano ad integrare il necessario. Nel 1855 a seguito della soppressione delle corporazioni religiose, era stata istituita la "Cassa Ecclesiastica" che raccoglieva i beni delle parrocchie e corrispondeva ad esse la congrua.
Nel 1866, fu sostituita dal "Fondo per il Culto" costituito da un sussidio statale (l'intervento dello Stato rappresentava una sorta di risarcimento a seguito dell'incameramento dei beni ecclesiastici) e dai frutti dei beni provenienti dalla Cassa Ecclesiastica soppressa. Questi benefici servivano per il pagamento della congrua ai parroci.
In seguito alla presa di Roma del 20 settembre 1870, pochi mesi dopo fu approvata unilateralmente dal Parlamento del Regno d'Italia la "Legge delle Guarentigie", ovverosia, "delle garanzie dei beni vacanti" (perchè erano stati tolti al sostentamento delle parrocchie), che il Regno d'Italia, unilateralmente, si impegnava a riconoscere e a risarcire nei confronti della chiesa cattolica e del Papa, al quale era riconosciuta la sola sovranita’ morale e religiosa sul territorio del Regno.
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Benefici vacanti