BREVE STORIA DEI FRANCOBOLLI DE LA RUE

 

Gli eventi che portarono alla riunificazione italiana furono molto complessi perchè la storia del periodo fu segnata da guerre e moti insurrezionali.
Il Regno d'Italia fu costituito ufficialmente il 17 Marzo 1861 riunendo gli "Antichi Stati" sotto un'unica bandiera.
In precedenza il territorio Italiano era diviso in Stati con amministrazioni e governi con impostazione burocratica diversa e differenti monete; questo ha complicato notevolmente il lavoro di riunificazione amministrativa e legislativa fermamente voluto dal governo sabaudo.
In particolare, precedentemente ai moti e alle guerre, il territorio Italiano era formato dai seguenti Stati :

  • Regno di Sardegna,
  • Regno Lombardo Veneto,
  • Ducato di Parma,
  • Ducato di Modena,
  • Granducato di Toscana,
  • Stato della Chiesa (Romagne, Marche, Umbria e Lazio)
  • Regno delle Due Sicilie ( Regno di Napoli e Regno di Sicilia).

Alla proclamazione dell'Unità nel "61, al Regno d'Italia mancavano ancora il Veneto e parte del Lazio. Il primo fu annesso con la terza Guerra d'Indipendenza nel 1866, il rimanente territorio del Lazio lo fu definitivamente nel 1870 con la conquista di Roma.
Nel Maggio 1859 con l'aiuto dei francesi buona parte della Lombardia venne incorporata dallo Stato Sabaudo, coronando un antico sogno. Sempre nel 1859 gli eventi portarono ai plebisciti e a un governo provvisorio in Toscana e successivamente dopo una insurrezione, anche i Ducati di Modena e Parma passarono sotto il Regno di Sardegna.
Lo Stato Pontificio nel Giugno 1859 perse in favore dell'Italia: le Romagne, le Marche e l'Umbria.
Con la spedizione dei Mille di Garibaldi (Marzo-Settembre 1860) e la conquista del Regno delle Due Sicilie si completò la prima riunificazione.



Creato lo Stato occorreva dotarlo di carte valori comuni di tassazione (marche da bollo e francobolli) da uniformare su tutto il territorio nazionale. Fino all'Unità, il Regno di Sardegna aveva in circolazione i valori postali fabbricati dall'incisore e stampatore torinese Matraire, erano realizzati con una metodica molto costosa, che prevedeva più passaggi; contro le frodi, i francobolli avevano la parte centrale bianca imbutita a "rilievografia", se si tentava di lavarli (per cancellare l'annullo), l'impressione con l'effige del sovrano in rilievo sarebbe scomparsa.

Francobolli Regno di Sardegna rilievografici
Francobolli del Regno di Sardegna "rilievografici"

In previsione dell'aumento consistente dei consumi che si sarebbero verificati con la nuova metodologia di tassazione (era in progetto l'affrancatura preventiva della corrispondenza) ed anche in conseguenza dell'aumento considerevole della popolazione del nuovo Regno, si decise di fabbricare i nuovi francobolli con un metodo economico e rapido da definire. Nella intricata vicenda della fabbricazione della prima serie di francobolli dell' Unità d'Italia gli attori in gioco furono quattro: il Ministro delle finanze Sella, il direttore generale delle poste Barbavara, il tecnico ing. Perazzi. ed il conte Sparre come fornitore (anche il Matraire come quinta figura collaterale ebbe molta importanza).

Pressati dall'urgenza i tre personaggi "servitori dello stato" (Sella, Barbavara e Perazzi) affrontarono la questione con opinioni spesso diverse e con iniziative personali non sempre coincidenti.
Nella scelta si optò per la sola stampa tipografica perchè più economica e rapida nella realizzazione, si diede a tal fine incarico ad una commissione di studiare la possibilità che il nuovo stato si dotasse di una stamperia per la produzione dei valori bollati da tenere sotto il proprio controllo (idea del Barbavara). Altri (il Sella) intendevano far cominciare la produzione ad altri per poi acquisire gli impianti.

Fra i pretendenti in lizza per l'incarico, fu prescelto il conte Sparre, era costui uno svedese che aveva sposato un' italiana. Il Conte, presi gli accordi, si associò ad una ditta di Genova specializzata nella stampa e offrì a prezzi vantaggiosi la fornitura dei francobolli preparati con colori diversi per ogni valore, ma basati su un unico disegno dello stemma sabaudo, come figura centrale, circondata da scritte laterali e cifre di valori.
Per dotarsi dei macchinari e della carta filigranata (come da capitolato), lo Sparre si rivolse al mercato francese, mercato più evoluto da un punto di vista tecnico che non il Piemonte.
Per i notevoli ritardi nel programma di consegne, il tecnico cavalier Perazzi venne mandato a Parigi a verificare l'andamento della costruzione delle macchine da stampa dello Sparre. Trovandosi nelle vicinanze, decise di recarsi a Londra dove si svolgeva l'Esposizione Universale al Crystal Palace.

Da sempre attento alle nuove tecnologie, l'ingegner Perazzi ebbe occasione di vedere (anzi ammirare) i lavori che la casa tipografica De La Rue presentava all'esposizione (la "casa" era la stamperia dei francobolli inglesi).
Dopo alcuni preliminari, il Perazzi potè visitare lo stabilimento londinese e prendere accordi per la fabbricazione delle marche da bollo fiscali ancora da appaltare, (in cuor suo, visti i lavori della De La Rue, avrebbe fatto a meno dello Sparre per i francobolli ma le clausole contrattuali già stipulate andavano rispettate).

Nel frattempo lo Sparre era impossibilitato a mantenere gli impegni per le prime forniture come da contratto, (nonostante gli fossero state concesse dilazioni e rimandi che superarono i tempi contrattuali). Dopo una ulteriore richiesta dilatoria negata, fu possibile applicare le clausole contrattuali che prevedevano la risoluzione del contratto stipulato con lo Sparre.

Nel frattempo i lavori della De La Rue per le marche fiscali erano a buon punto, la preparazione del conio con l'effige del sovrano incisa in originale sull'acciaio da cui ricavare le matrici di stampa era quasi terminata (il ritratto del sovrano era stato scelto per l'impossibilità della sua contraffazione, ed anche per diffondere il ritratto del nuovo re d'Italia); si chiese alla ditta londinese di subentrare allo Sparre anche nella fornitura dei francobolli, ma il tempo richiesto per la preparazione dei francobolli avrebbe superato la data decisa per legge del 1° Gennaio 1863.

Si dovette supplire con una emissione provvisoria a causa del cambio di tariffa richiesto dal nuovo sistema di tassazione. Si diede incarico (facendo appello anche al suo patriottismo) al Matraire di preparare un francobollo provvisorio in attesa che il lavoro della ditta De La Rue fosse pronto. La tariffa lettere, con il nuovo sistema di affrancatura preventiva, era stata abbassata da 20 cent. a 15 cent.. Il Matraire mantenne gli impegni e fornì il vecchio valore a rilievografia (da 20 cent. azzurro) con il valore cambiato in 15 cent. che entrò in uso il 1° Gennaio 1863 con la nuova legge postale Italiana.

Per il forte incremento del traffico postale e per l'aumentato numero delle missive affrancate in partenza, si dovette ancora una volta ricorrere ad un valore provvisorio. Per la fretta estrema si ricorse ad un valore in litografia inciso dal Matraire stesso, questo valore per la semplicità dell'incisione fu falsificato massicciamente.
Finalmente con un ritardo di quasi un anno, il 1° Dicembre 1863, venne emessa la nuova serie di francobolli stampati a Londra dalla tipografia De La Rue.
Con questa emissione prestigiosa il giovane stato ebbe i più bei francobolli emessi fino ad allora, per il nitore della stampa, per i colori e soprattutto per la finezza dell'incisione del ritratto Reale che mostrava chiaroscuri simulanti il rilievo; per parecchio tempo rimasero imbattuti.

Alcuni francobolli di basso valore  De La Rue

Le questioni territoriali ancora aperte con l'Austria sfociarono nel 1865 nella terza Guerra d'Indipendenza; per finanziare le spese militari extra si decise l'aumento delle tariffe postali per le lettere e per la raccomandazione.
Il cambio di tariffa obbligò (per economia) a modificare il valore del 15 centesimi sovrastampandolo tipograficamente a 20 cent., (venne chiamato "ferro di cavallo" dai filatelisti) in attesa della preparazione del valore da 20 centesimi azzurro di nuovo disegno.

Cliccare per ingrandire
De La Rue per Parigi 1872 dopo la fine della guerra  franco-prussiana
1872 - lettera inviata a Parigi da Genova, partita il 17.1 alle 5 di sera, arriva a Parigi il giorno 19 !! ha attraversato il Moncenisio ed è passata da Lanslebourg (era già terminata la ferrovia TO-Susa e la ferrovia a scartamento ridotto che attraversava il passo. (vedi).
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Raccomandata del 1876
1876 - lettera raccomandata partita da Castelnuovo Garfagnana il 21 (Aprile?) per Cava dei Tirreni. Notare in alto a DX il peso perchè in quel periodo anche le raccomandate dovevano essere sigillate
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Fascia per giornali affrancata 1  Centesimo De La Rue
1872 - fascia per giornali affrancata con 1 cent.
De La Rue tiratura di Londra.
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De La Rue  da Roma per Palermo
1873 - Letterina in partenza da Roma per Palermo affrancata con 20 cent emesso per aumento di tariffa
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Affrancatura tariffa Sindaci con multipla da 2 Cent. per l'interno
1895-Corrispondenza sindaci inviata da Calvignasco (MI) dipendente dall'ufficio postale di Rosate e qui annullata per Zibido San Giacomo, i valori "cifra" non mostrando l'effige del Re furono usati fino al 1898 - 33 anni di uso ininterrotto !! .
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Francobollo litografico Matraire
Vittorio Emanuele II°
francobollo litografico provvisorio del Matraire in uso nel 1863 dal 10.2 al 31.12.
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Valore 10 Cent. De La Rue
Vittorio Emanuele II°
francobollo De La Rue da Cent. 10. prima serie.
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Valore  20 su 15  Cent. De La Rue ferro di cavallo
Vittorio Emanuele II°
francobollo De La Rue da 15 Cent. sovrastampato a 20, inizialmente a Londra dalla De La Rue; successivamente con le tavole tipografiche londinesi fu sovrastampato da una tipografia torinese.
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Valore  20  Cent. De La Rue
Vittorio Emanuele II°
francobollo De La Rue emesso nel 1867 per cambio tariffa , lo stesso valore venne poi stampato anche a Torino.
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Valore  20  Cent. O.C.V.
Vittorio Emanuele II°
francobollo dell'O.C.V. Torino emesso nel 1877.
Valore  20  Cent. O.C.V. emesso nel 1877
Vittorio Emanuele II°
francobollo O.C.V. Torino, emesso nel 1877.
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