STORIA POSTALE - SERVIZIO DENARO - VAGLIA ORDINARIO

 

 

Il servizio "vaglia" delle Regie Poste Italiane è stato il diretto discendente del corrispettivo servizio postale del Regno Sardo (in effetti nei primissimi tempi si usarono anche gli stessi moduli). Il servizio consisteva nella possibilità data a chiunque di versare una somma di denaro presso un ufficio postale e con la ricevuta di versamento ottenuta di poterla ritirare in qualsiasi ufficio postale prescelto sia nel regno che nelle colonie (questa regola di scegliersi l'ufficio postale fu valida fino all'inizio del 1865; successivamente il beneficiario dovette incassare l'importo nell'ufficio postale specificato sul vaglia stesso).

Naturalmente la persona che incassava la somma poteva essere la stessa oppure un'altra giacchè bisognava specificare sul vaglia stesso il beneficiario con nome e indirizzo. Il beneficiario del vaglia poteva effettuare delle girate a persone conosciute dalla posta o certificate da notaio (operazione simile all'assegno circolare bancario). Dopo la creazione dell'U.P.U. la possibilità venne estesa anche all'estero (in precedenza era possibile solo con alcuni stati firmatari di convenzioni bilaterali).
E' stato il primo servizio creato in Italia per il movimento del denaro; nel tempo vennero create altre categorie: vaglia ordinario, vaglia telegrafico, vaglia internazionale (vedi anche altri_vaglia_e_documenti_annessi ).
Queste categorie del servizio vaglia a loro volta ebbero delle sottocategorie ad uso speciale, come il vaglia militare e il vaglia di servizio delle Regie Poste con vari sottotipi.

I moduli, a parte variazioni grafiche che nel tempo furono molte, rientravano più o meno nella stessa modalità operativa; il modulo fornito gratuitamente dalle Poste era compilato e convalidato dall'ufficiale postale il quale, ricevuta la somma e la tassa per l'operazione, lo riconsegnava all'utente.

Il modulo era diviso in tre sezioni, il mittente ne tratteneva una sezione come "ricevuta" (nei primi tempi rilasciata a parte) e la rimanente parte del documento era inviata al beneficiario a cura del mittente. Il beneficiario presentandola all'ufficio postale, poteva, dopo avere firmato una liberatoria, incassare la somma e ricevere come promemoria dell'operazione una parte del modulo denominato "polizzino" su cui il mittente poteva avere vergato un breve messaggio.

Fino al 1924 abbiamo visto che i diversi tipi di vaglia dovevano erano fatti pervenire al beneficiario a cura del mittente; era giocoforza che questi utilizzasse la posta per trasmetterlo. Il documento poteva essere spedito tal quale "allo scoperto" in raccomandazione o con servizio espresso (in tal caso l'affrancatura era applicata sul polizzino che sarebbe rimasto al beneficiario), oppure poteva essere messo in busta, verosimilmente con una lettera di accompagnamento, quasi sempre raccomandata o assicurata.

Per ovviare a questa necessità vennero creati anche moduli a taglio fisso per piccole somme che potevano essere spediti allo scoperto a cura del mittente; tali furono i vaglia-cartolina e i vaglia-lettera. Tali oggetti potevano essere spediti come normale corrispondenza, quindi applicando tutti i servizi ad essa inerenti: espresso, raccomandata, fermo posta

 

Dal 1° Maggio 1924 tutto il sistema vaglia venne riformato introducendo nuovi modi di operatività che sostanzialmente rimasero poi immutati fino alla fine del periodo di nostro interesse. Il metodo era stato modificato e reso più sicuro perchè praticamente la gestione dei moduli era a cura dell'amministrazione postale.
Il modulo vaglia era formato da tre sezioni A, B e polizzino. A memoria dell'operazione veniva rilasciata al mittente una ricevuta che era staccata da un registro madre e figlia su cui era segnata, oltre all'ammontare del vaglia, anche la cifra della tassazione riscossa.
Il nuovo modulo (A, B + polizzino) ebbe un prezzo, fu quindi assimilato alle carte valori e come queste custodito, contabilizzato e venduto. Era comperato dal mittente che lo compilava in ogni sua parte e lo consegnava allo sportellista, il quale lo convalidava dopo avere incassato la somma scritta sul modulo e la tassa relativa all'operazione, quest'ultima cifra era trasformata in appositi segnatasse per vaglia da applicare sul modulo. Le tassazioni erano calcolate in scaglioni fissi, da una somma base alla somma limite superiore.

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Vaglia postale  1942 fronte
Fronte del modulo vaglia del 1942 - XX° anno era fascista
Vaglia postale  1942 retro
Retro del modulo vaglia soprastante; si notano le operazioni possibili e obbligatorie. A sinistra il polizzino con lo spazio per le eventuali comunicazioni . Al centro in alto, gli spazi per le eventuali girate, in basso lo spazio per la firma di quietanza del beneficiario con gli spazi per i bolli. Quello di destra era messo prima dell'invio al destinatario (come sulla terza parte destra del modulo), quello a sinistra era da applicarsi all'atto del pagamento . La parte destra era trattenuta in ufficio per controllo e confronto con la parte centrale all'atto della presentazione, veniva completata al momento dell'incasso e trattenuta in ufficio, la parte centrale era inviata per controllo alla direzione generale.

 

L'ufficio postale mittente spediva le tre parti del vaglia all'ufficio postale destinatario (situato in località di residenza del beneficiario) con busta di servizio Mod. III in assicurazione . L'ufficio postale destinatario staccava la parte A e inviava (a mezzo posta) al beneficiario il vaglia rispettando i servizi aggiuntivi richiesti (espresso, raccomandata, assicurata). Il beneficiario all'incasso ritirava anche il polizzino come promemoria dell'operazione sul quale era riportata l'affrancatura degli eventuali servizi aggiuntivi richiesti per la spedizione di raccomandazione, assicurazione, espresso o della posta aerea.

Dopo pochi mesi i segnatasse specifici per il servizio vaglia vennero abbandonati e sostituiti con l'uso della cedola di convalidazione (usata anche nei libretti di risparmio): consisteva di una cedola stampata con scala di valori facente parte del registro numerato per l'emissione vaglia. La cedola era ritagliata in funzione della cifra del vaglia, incollata in apposito spazio del modulo-vaglia a cavallo tra la parte A e la parte B e confermata con bollo a data dell'ufficio mittente su entrambe le sezioni.
Il residuo della cedola di convalidazione rimaneva solidale con la matrice del registro vaglia dell'ufficio postale emittente come controllo.

Dal 1925, su richiesta e a pagamento, venne data la possibilità al mittente di ottenere un documento di attestazione emissione vaglia su cui era applicata la tassa fissa in francobolli pagata per il rilascio del documento.
Dal 1950 al "54 venne istituito il diritto di ricevuta, assolto con francobolli applicati sul modulo vaglia sezione A, qualche volta, specie nei primi tempi, per errore furono applicati sulla parte B che doveva essere invece riservata all'aggiornamento del costo del vaglia oppure sul polizzino dove era consuetudine applicare i francobolli per i servizi aggiuntivi.

Vedi altri documenti e altri vaglia

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Modulo vaglia del 1921
1921 - Modulo vaglia in uso dal 1903 al 1924, compilato a cura del mittente ad esclusione dell'importo che era sempre prerogativa dell'ufficiale postale. Da spedire a cura del mittente.
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Vaglia postale   non incassato
1952 -Fronte e retro di modulo vaglia non incassato. Sulla sinistra è visibile il polizzino di sicurezza con le cifre massime di validità e con il bollo a data dell'ufficio emittente. Notare anche sul retro, oltre al messaggio del mittente, il bollo a data applicato (come sulla parte A) dall'ufficio che avrebbe dovuto effettuare il pagamento prima dell'invio al beneficiario. Il modulo era in uso dal 1924, era venduto negli uffici postali e soggetto alla normativa degli interi postali e dei valori bollati. Era compilato dal mittente, convalidato dall'ufficiale postale e spedito a cura delle Poste all'ufficio postale che aveva competenza sulla località del beneficiario.
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Vaglia postale  parte A
1952 - Parte A del modulo vaglia trattenuto dall'ufficio destinatario per controllo e memoria dell'operazione di pagamento.
Il francobollo era stato applicato come tassa del diritto di ricevuta introdotto il 1° Gennaio 1950. Notare a destra il polizzino di sicurezza con il bollo a data dell'ufficio emittente.
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1952 -Retro della parte A del modulo vaglia trattenuto dall'ufficio destinatario. Sono applicati due bolli a data variabile, uno al ricevimento del modulo completo (la data di arrivo era applicata anche alla parte B spedita al beneficiario) e l'altro con la firma del cassiere applicati entrambi all'atto del pagamento, previo riscontro di corrispondenza fra le due parti.
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polizzini di vaglia postali
Polizzini di varie epoche con corrispondenza tracciata sul retro (parte che rimaneva al beneficiario).
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Ricevute di vagia postale con affrancatura
Polizzini di varie epoche con affrancatura e corrispondenza sul retro . Il primo a sinistra del 1950 riporta erroneamente il diritto di ricevuta. Al centro uno di posta militare in franchigia (via aerea); l'altro a destra di soldato inviato con posta civile; entrambi affrancati per l'invio del vaglia alle famiglie con la posta aerea .
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Ricevute di emissione vaglia postali
Ricevuta di emissione vaglia di varie epoche antecedenti il 1950.