STAMPE PERIODICHE NEL SERVIZIO POSTALE

 

Appartenevano a questa categoria tariffaria le stampe periodiche che, essendo spedite direttamente dagli editori, erano presentate alla posta in grande numero e in invii ripetuti, come le pubblicazioni di: giornali, riviste, rassegne, cataloghi e tutte le pubblicazioni che avevano lo scopo di informare il pubblico, con "l'esclusione delle opere finite" cioè romanzi, trattati ecc anche se spediti in fascicoli.
Dalla emissione della prima legge postale dopo l'Unità d'Italia, i giornali, specie se quotidiani, hanno sempre goduto di uno speciale trattamento dovuto alla loro funzione sociale di informazione, formazione ed elevazione del livello di istruzione dei cittadini (sudditi); "la carta stampata" era considerata uno dei principali veicoli culturali perciò le pubblicazioni godevano di speciale attenzione potendo essere spedite con tariffe ridottissime, dopo apertura di un conto corrente con la posta (definito successivamente "abbonamento postale"); non era possibile applicare queste tariffe per le spedizioni indirizzate all'estero giacchè "Nel servizio internazionale la francatura dev'essere sempre operata mediante francobolli.......".

La facilitazione veniva segnalata sulla fascetta di spedizione dei giornali con la frase a stampa "Conto corrente con la posta".
Consisteva nel versare su un conto corrente postale aperto appositamente una somma corrispondente al pagamento anticipato delle tasse di spedizione delle stampe periodiche e dei giornali spediti dagli editori. Il prezzo di tariffa era calcolato in base alla frequenza e al numero delle spedizioni, se il numero delle pubblicazioni aveva una cadenza inferiore ai sei mesi, era escluso dalla categoria "stampe periodiche" e rientrava semplicemente nelle stampe generiche.

Nel primo periodo tariffario l'affrancatura dei giornali fu assolta con bolli di valore poi con francobolli direttamente sui giornali (a volte applicati sulla carta prima della stampa dell'indirizzo dell'abbonato) oppure sulle fascette degli indirizzi. Dal 1874 il pagamento della spedizione potè essere assolto anche in abbonamento postale, che divenne il solo possibile per l'invio dei giornali dopo il 21 Luglio 1890.

Per godere della tariffa agevolata era necessario garantire alle Poste un flusso regolare e periodico delle spedizioni, adeguarsi alle regole postali sul formato e la chiusura degli invii già suddivisi per località; altrimenti si pagava a tariffa piena delle stampe, ma almeno si aveva il vantaggio di essere esentati dall'affrancatura e naturalmente alla Posta si risparmiava la timbratura, non dovendo annullare dei francobolli.

Le stampe periodiche inviate col metodo del conto corrente con la posta o con l'abbonamento postale non potevano essere spedite con i servizi accessori: espresso, raccomandazione, posta pneumatica, fermo posta e posta aerea; ciò era possibile invece per le stampe generiche che erano affrancate.

Inoltre per favorire gli editori si ebbe una tariffa superridotta per listini e stampe editoriali non periodiche.

 

 

francobollo specifico per tariffa stampe editoriali
Francobollo specifico per la tariffa "stampe editoriali"

 

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fascia di giornale stampe periodiche
Fascetta di indirizzo di giornale del 1872. Notare il promemoria della scadenza dell'abbonamento.
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Giornale stampe periodiche
1885 - Giornale periodico di aggiornamento legislativo con indirizzo manoscritto ed affrancatura ridotta del 50% dell'affrancatura stampe
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Giornale stampe periodiche
Spedizione di giornale a tariffa stampe; probabilmente la ridotta tiratura non permetteva di ottenerne la riduzione
Giornale stampe periodiche
1907 - La fascia di giornale era marcata con "conto corrente con la posta , poichè era una tariffa non prevista per l'estero, ha dovuto essere affrancata stampe.
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Cartolina a tariffa stampe periodiche editoriali
Cartolina a tariffa stampe editoriali ridotte di cent. sette e mezzo su cui sono riportate dalla parte indirizzo gli estremi della legge.
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Piego a tariffa stampe periodiche editoriali
Piego editoriale a tariffa stampe ridotta di cent. sette e mezzo su cui sono riportati gli estremi della legge.
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