STORIA POSTALE - IL SERVIZIO TELEGRAFICO

Prima di parlare di telegrammi e del telegrafo, dare uno sguardo ai sistemi escogitati nei secoli per la trasmissione a distanza non guasta.
(breve storia della telegrafia nei secoli)

Premesso che lo stato Sabaudo aveva già decretato nel Regno di Sardegna che fosse prerogativa dello stato esercitare la privativa della "Postalettere" (allora la "nuova" tecnologia postale), la norma venne trasferita anche al Regno d'Italia; fu implicito che la nuova tecnologia del servizio telegrafico nata per la trasmissione di notizie cadesse sotto la privativa dello stato come in seguito lo fu per il telefono, il radiotelegrafo e poi, molti anni dopo, la radio (eventualmente date in concessione ai privati per questioni economiche e di investimenti).

Coll'avvento della telegrafia elettrica nacque il telegrafo di tipo moderno.
La nuova tecnica cominciò ad essere applicata commercialmente negli Stati Uniti per la prima volta nel 1844, questo provocò la scomparsa del sistema precedente nato sotto la rivoluzione francese, denominato telegrafo ottico, che si era poco diffuso a causa dell'alto costo e scomparve definitivamente anche perchè superato dalla praticità e semplicità del nuovo sistema Morse. Questo sistema permetteva la trasmissione del messaggio con un solo filo di rame grazie ad un alfabeto basato sul semplice principio che il circuito elettrico poteva essere alternativamente chiuso o aperto.

Anche con questo sistema vennero create stazioni (nodi) di una rete interconnessa per ricevere e ritrasmettere i messaggi secondo le località collegate fino a destinazione (ogni nodo riceveva e trasmetteva il messaggio alla stazione telegrafica successiva); se nella destinazione finale non esisteva una stazione telegrafica, il messaggio dall'ultima stazione telegrafica veniva fatto proseguire a mezzo della posta raccomandata fino a destino. Più tardi con la diffusione del telefono, il messaggio venne anticipato per telefono e trascritto su modulo telegrafico inviato con la posta ordinaria.

Lo sviluppo dei servizi telegrafo-elettrici in Italia seguì nei primi anni lo sviluppo della ferrovia, in parte perchè il sistema ferroviario aveva necessità di comunicazioni tempestive da un capo all'altro dei suoi terminali, (e quindi si era creata un proprio servizio usabile anche dai privati: le ferrovie esercitarono inizialmente anche il servizio postale) ed anche perchè era agevole mettere una serie di pali portafili lungo le rotaie, facilmente controllabili dal treno.
All'atto della nascita dello Stato Italiano, sul territorio esistevano una decina di servizi telegrafici diversi, prevalentemente gestiti dalle ferrovie degli Antichi Stati per i motivi sopraccennati. Lo stato pretese che tutti i servizi telegrafici fossero interconnessi,creando le premesse di un sistema unitario.
Anche quando successivamente al 1906 furono create le Ferrovie dello Stato, accorpando e nazionalizzando la maggior parte delle ferrovie italiane, alcuni tronconi rimasero privati ma obbligatoriamente collegati con i Telegrafi di Stato per prestare servizio civile.
Lo sforzo riorganizzativo iniziale delle comunicazioni italiane, dopo l'Unità d'Italia, si concentrò soprattutto nell'omogeneizzazione tecnica dei diversi spezzoni creati dalle amministrazioni precedenti, che usavano sistemi tecnici diversi.

Come per il servizio postale anche i telegrafi elettrici delle reti statali vennero messi inizialmente sotto l'amministrazione dei lavori pubblici come "Telegrafi dello Stato" ma in comparti separati; successivamente, dal 1889 vennero riuniti creando un ministero apposito che prese il nome di Ministero delle Poste e dei Telegrafi.

Nel 1881, venne istituito il servizio telefonico che usava gli stessi fili del telegrafo, la gestione fu data in concessione ai privati. Il nuovo mezzo di comunicazione, dopo un interesse iniziale, subì una battuta d'arresto per la mancanza di collegamenti urbani, sub-urbani e interurbani ed anche per la cattiva qualità della ricezione.
In questo nuovo comparto lo Stato si sostituì ai privati nel tentativo di rilanciare, con massicci investimenti pubblici ma con scarsi risultati, una efficiente rete nazionale telefonica che stentava ad entrare nell'uso comune, anche per l'alto costo di gestione e d'uso.

Viceversa, in pochi anni, il sistema telegrafico nazionale venne strutturato con linee adeguate e apparati ricetrasmittenti dislocati in modo capillare su tutto il territorio
Come era logico, nel tempo, i due enti integrati (poste e telegrafi) ebbero anche servizi con punti in comune, per esempio era possibile spedire un telegramma dagli uffici postali che non erano attrezzati telegraficamente, facendo inviare il testo scritto su apposito modulo all'ufficio telegrafico più vicino in busta aperta raccomandata e con etichetta rosa di servizio. Il dovuto era pagato con francobolli applicati al modulo inviato per la trasmissione e annullati dall'ufficio di partenza.

Procedura inversa era usata se il destinatario era residente in località sprovvista di telegrafo; dalla stazione telegrafica ricevente vicinale al destinatario, il testo captato era inviato con una raccomandata a lui diretta; dopo qualche tempo il modulo postale fu inviato con il servizio espresso. Successivamente la parte del sistema che richiedeva il trasporto postale del cartaceo fra una stazione telegrafica, il mittente e il destinatario, venne sostituita dal servizio telefonico; fu possibile inviare telegrammi dal telefono di casa e ricevere via telefono l'anticipazione del testo.

La trasmissione col sistema Morse poteva essere effettuata con ogni tempo, (ovviamente a differenza del sistema ottico) anche di notte o con scarsa visibilità. Il punto dolente era mantenere efficiente e isolata elettricamente la rete dei fili di rame sulle grandi distanze.
iò nonostante per oltre mezzo secolo, il telegrafo elettrico (elettrico per distinguerlo dal radiotelegrafo o senza fili che venne dopo) dominò incontrastato; infatti furono stesi cavi sottomarini in Europa per esempio nel 1873 fra Brindisi e l'Egitto per servire la Valigia delle Indie. Successivamente addirittura vennero posate linee che attraversarono l'oceano Atlantico per il collegamento con le Americhe.
Il primo cavo telegrafico che attraversò l'Atlantico ad opera dell'Italcable fu per collegare l'Italia all'Argentina, sapendo che il grande numero di italiani emigrati laggiù avrebbe dato luogo ad un intenso traffico, sia privato che commerciale (la corrispondenza per nave impiegava circa un mese e il collegamento aereo non era ancora possibile).

Il cavo fu steso tra l'Italia e l'Argentina nei primissimi anni "20 del Novecento, partendo da Anzio (Roma) passando per Barcellona, Malaga, Le Canarie , Capo Verde, Rio de Janeiro, Montevideo e Buenos Aires; successivamente fu inaugurato in data 16 Marzo 1925 il collegamento tra Roma e New York passando dalle isole Azzorre (vedi sopra il chiudilettere del 1925).

Inizialmente l'affermarsi e il potenziarsi della rete radiotelegrafica fu dovuta alle necessità della Regia Marina per le comunicazioni con le navi in missione; il sistema era molto efficiente e realizzato attraverso i centri di ascolto e trasmissione di Roma Centocelle e Roma Monterotondo , cui seguì (dal 1906) la stazione radiotelegrafica nella tenuta reale di Coltano vicino a Pisa, (queste stazioni funzionarono in modo efficiente per tutta la guerra "15 "18).
Dopo l'ammodernamento del 1921 la stazione di Coltano divenne uno dei più importanti centri europei per le comunicazioni intercontinentali (fu famosa come Coltanoradio della società ITALO RADIO).

Nel 1927 l’esercizio delle stazioni radiotrasmittenti mobili a bordo delle navi commerciali e passeggeri venne dato in concessione alla Società Italiana Radiomarittima.
La radio e i cavi diedero luogo a due tipi di servizio, con due prevalenti metodi per le trasmissioni con l'estero per il servizio civile. Dall'Italia verso Oriente e con le navi in navigazione si affermò la (nuova) radiotelegrafia per la capacità di trasmissione in assenza di cavi, questa tecnica era utilizzata dalle società RADIO MARITTIMA e ITALO RADIO. Verso Ovest (le Americhe) si continuò ad inviare i cablogrammi con la "vecchia" tecnologia di trasmissioni via cavo sottomarino con la società ITALCABLE; questa si occupava anche del servizio telefonico vocale via cavo, in seguito usato anche per il servizio telegrafico trasformato dagli operatori in copia scritta ed inviato a destino come telegramma a mezzo fattorini.
Questi servizi diretti erano utilizzati per le grandi comunicazioni fra i centri cittadini sedi di agenzie Italcable e Italoradio, per le altre località l'inoltro veniva effettuato tramite il servizio postale in busta affrancata.
Non si può dimenticare che il radiotelegrafo ebbe anche una applicazione fra aeronavi (dirigibili) e gli aerei ad uso commerciale e militare.

Si ebbero alcune interazioni fra il servizio telegrammi ed il servizio telefonico, una di queste fu la possibilità, negli anni "30 del Novecento, di far consegnare con il servizio telegrafico un messaggio telefonico a chi era sprovvisto di telefono attraverso il Servizio delle Commissioni telefoniche. Negli anni "50 si ebbe la possibilità di usufruire del servizio "Fonotel" reso dalle agenzie postali munite di telefono pubblico, oppure dai posti telefonici pubblici (tabaccai, locali pubblici vari), il servizio era a costo fisso per un massimo di sedici parole trascritte su modello telegrafico Mod.25.

Una branca speciale della radiotelegrafia per il grande pubblico si era sviluppata negli anni trenta del Novecento; è stata la telegrafia realizzata "in radio" tra i mezzi di trasporto in movimento e tra la terra e i mezzi in navigazione; così si ebbero il "Telegramma-treno" con il testo inviabile dai treni in movimento e il "Marconigramma" inviabile tra navi in navigazione e tra bordo e terra e la "lettera radiomarittima" tra nave estera e ricezione dai posti di ascolto costiero nazionale (il testo intercettato era inviato su modulo telegrafico per posta in busta affrancata con tariffa posta ordinaria, dalla stazione telegrafica più vicina al destinatario).

Vedi anche Servizi TELEGRAFICI DIVERSI

Vedi anche Moduli TELEGRAMMA

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1873 legge per la posa di cavo sottomarino
Legge del 1873 per la concessione alla stesura di un cavo telegrafico sottomarino da Brindisi all'Egitto
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cartolina 1906 esposizione internazionale per il traforo del Sempione
Cartolina illustrata del 1906 emessa a Milano in occasione del traforo del Sempione. Sintetizza la trasformazione in atto delle comunicazioni. Da sottolineare che i due giganteschi pali telegrafici ai lati con fili presuppongono l'uso ancora massiccio del telegrafo "elettrico".
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1925 cavo sottomarino Italcable
Vignetta di sigillatura che mostra i cavi transatlantici già istallati nel 1925 (data del timbro postale). Il cavo fino alle Azzorre fu posato dalla Soc. Pirelli. Notare il tragitto tratteggiato dalle Azzorre a New-York di collegamento con una società americana
cavo 1929 cavo sottomarino Italcable
Stemma di modulo telegrafico del Giugno 1929. Si nota il notevole incremento dei cavi posati o di collegamento.
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1936 cavo sottomarino Italcable
Stemma di modulo telegrafico del Giugno 1936. Si nota la sostanziale uguaglianza con il 1929, si presuppone sia stato effettuato il completamento dei cavi posati sia sottomarini che interrati, fino a Madrid, Parigi e nelle altre principali capitali europee.
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Busta di Marconigramma  dal Conte Rosso
Busta di radiotelegramma della stazione Società Radio Marittima in servizio sulla nave CONTE ROSSO 1937.
( il modulo contenuto è sotto)
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Marconigramma  dal Conte Rosso
Modulo del testo ricevuto via "MARCONIGRAMMA" dalla nave Conte Rosso proveniente da Roma trasmesso dalla stazione telegrafica di ricezione di invio di Coltano.
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Marconigramma Oceano per la M.N. Vespucci
Radiotelegramma ricevuto dalla Stazione R.T. dalla nave R.N. A. VESPUCCI in data 11Febbraio 1939 con indirizzo Oceano - Comandante Delminio - Vespucci proveniente da Roma.
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Telegramma fuori distretto consegna differita
MORTARA - ALBONESE 1939 - Modulo telegramma del servizio interno arrivato ad una stazione telegrafica (Mortara) vicina al destinatario (Albonese); fu inviato per l'ultimo tratto in posta ordinaria e consegnato come espresso dal locale ufficio postale.
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