STORIA POSTALE - AMBULANTI POSTALI

 

Fra le difficoltà incontrate dal novello Regno d'Italia ci furono sicuramente le carenze di comunicazioni fra le varie regioni dello stivale, dovute a non omogeneo sviluppo stradale e ferroviario. Uno dei mezzi essenziali per accelerare la trasmissione di notizie furono gli ambulanti postali istituiti sui mezzi di trasporto.
L'ambulante postale è stato un ufficio postale mobile che poteva essere situato su natante, treno o automobile.
Nei primi anni dell'Unità d'Italia i trasporti via mare ebbero maggior sviluppo per le difficoltà incontrate nei trasporti stradali (soprattutto al sud), i natanti in questione si limitarono al trasporto da una località principale all'altra dei sacchi di corrispondenza affidati ai concessionari delle "vie di mare", in alcuni casi furono muniti di cassette postali di impostazione ma ebbero scarso successo.
Le ferrovie erano state integrate con i servizi postali da vecchia data, anzi, erano state prevalentemente utilizzate in ambito locale, quando le ferrovie erano ancora private e divise secondo gli Antichi Stati. Ogni comparto ferroviario nello stato di appartenenza aveva organizzato un proprio servizio postale di trasporto comprendente la distribuzione a domicilio effettuata nelle città servite dalla ferrovia; qualche troncone (gestito da privati) ha continuato a esercitare questo servizio anche dopo l'Unità d"Italia fino al 1 Gennaio 1863, quando entrò in vigore il Regio Decreto sulla privativa postale emesso nel Maggio 1962.
Bisogna ricordare inoltre che la nazionalizzazione delle ferrovie italiane (Ferrovie dello Stato) fu completata nel 1906 anche se la Nazione cominciò subito, attraverso dei concessionari, a collegare le varie tratte in un unico sistema.
Il primo ambulante postale Sardo (italiano) era stato istituito dal Regno di Sardegna il 1° Giugno 1855.
Faceva servizio ferroviario fra Torino e Genova ed era caratterizzato dai numeri (1) e (2) secondo se la tratta percorsa era in andata o in ritorno.

Nei primi tempi, a riprova della precisione del servizio postale di allora, era stato stabilito di bollare ad ogni stazione la posta raccolta, col risultato che si dovevano apporre più impronte di bollo, uno per l'annullo dei francobolli, un secondo per l'applicazione della data, un terzo per la tratta ambulante e la stazione di raccolta. Per la difficile e scarsa applicazione del regolamento si decise di adottare un timbro unico di foggia quadrata che lasciasse una bollatura con tutti questi dati da aggiornarsi ad ogni stazione; per le complicazione insorte i timbri dedicati furono soppressi quasi subito, per questo a volte si trovano annulli di ambulanti accompagnati da scritte a penna con la frase "da ( nome città ) " col nome di una località o simili.

I più diffusi e tipici, del nostro periodo, erano stati gli ambulanti ferroviari; però erano in esercizio anche gli uffici postali ambulanti sulle navi che munite del guidone postale (bandiera italiana triangolare con insegne della posta) facevano la spola fra il continente e le isole maggiori (i più importanti furono l'ambulante Napoli - Palermo e il Civitavecchia - Olbia). Gli ambulanti furono uffici importantissimi, specie i ferroviari che rappresentavano l'integrazione fra le ferrovie (allora il mezzo di trasporto principale perchè innovativo, economico, veloce) e le Regie Poste; entrambi i servizi erano stati sviluppati e incrementati con ogni sforzo dal Regno d'Italia.
Gli "ambulanti ferroviari" erano veri uffici postali dipendenti da una Direzione Postale; erano montati su carrozze ferroviarie (o su "natanti") e utilizzati per accelerare il lavoro di smistamento della corrispondenza effettuato durante il trasporto da una località all'altra con indubbi vantaggi; erano diretti da un responsabile del servizio, disponevano di timbri e di francobolli, erano muniti di cassetta postale (accessibile dall'esterno del vagone postale o sul natante) che raccoglieva la posta imbucata dagli utenti durante le soste nelle stazioni.
Potevano anche registrare le raccomandate già affrancate e definite come tali dal mittente e trovate nella "buca delle lettere" del vagone o del natante postale; non avevano però la facoltà di esercitare attività dei servizi denaro .
Il loro compito principale era lo "smistamento" che consisteva nell'aprire i sacchi ricevuti in stazione o allo scalo del natante, ricuperare la posta delle cassette, suddividere le corrispondenze durante il percorso e rifare i dispacci per le stazioni successive.

Gli ambulanti ferroviari, disponevano di bolli postali riconoscibili per la presenza sulle diciture oltre ai nomi delle cittą collegate, anche della parola "Am.", "Amb.", "Ambulante" o Uf.Ambulante, qualche volta di una lettera e spesso di un numero distintivo della corsa, dispari (corsa di andata) se in allontanamento dalla stazione principale da cui dipendevano e pari se in avvicinamento (di ritorno).

Per il pericolo di incendio erano esonerati dall'obbligo di sigillare "col fuoco" (a ceralacca) i dispacci, potevano farlo usando i "suggelli gommati".
La dizione "postale" oltre alle navi e ai battelli, alle carrozze e alle automobili si applicava anche ai treni, infatti esistevano "treni postali" i cui orari e le fermate erano influenzati dal trasporto della posta. Chi ha una certa età ricorda le soste prolungate alle stazioni principali per dare tempo agli "scambisti" postali di effettuare il carico e lo scarico dei sacchi tra i diversi treni e gli uffici postali di stazione (che gli "ambulantisti" avevano preparato durante la corsa del treno); naturalmente lo scambio avveniva contro ricevute firmate e ufficializzate dai bolli dei timbri personali degli "scambisti" e dagli addetti agli uffici ambulanti.

Un tempo gli uffici postali ambulanti erano numerosi e coadiuvati da pochi "messaggeri". Questi ultimi erano agenti delle poste dipendenti da un Ufficio Postale che "scortavano" i dispacci sulle tratte secondarie. Furono definiti inizialmente "Corrieri o Messaggeri Collettori" (ferroviari), i sacchi loro affidati erano sigillati, perciò si limitavano al trasporto.
Col tempo vennero muniti di timbri ed autorizzati allo smistamento e alla formazione di nuovi dispacci solo con la posta raccolta alle stazioni per la consegna agli uffici ambulanti o alle stazioni successive; infatti, a differenza degli ambulanti, i messaggeri non lavoravano la posta affidata loro in partenza, ma soltanto quella raccolta lungo il percorso. Poi nel tempo i messaggeri diventarono numerosissimi poichè il loro servizio si rivelò utilissimo ad accelerare al massimo le operazioni di raccolta e smistamento verso i centri maggiori, e da questi verso la periferia, per la consegna a destino della corrispondenza

La posta italiana "imbucata" nelle cassette di alcuni ambulanti postali esteri (su suolo italiano) è la sola che possa legittimamente riportare bolli annullatori di amministrazioni estere sui francobolli italiani (ad esclusione naturalmente delle cartoline postali con risposta pagata). La linea ove questo è stato possibile per qualche anno è stata la linea Domodossola - Briga e viceversa.

Le Poste elvetiche stabilirono che "...in territorio straniero gli ambulanti svizzeri tengano chiuse le buche delle lettere, se le amministrazioni interessate non hanno convenuto di fare diversamente..."; sulla tratta in questione venne concessa l'accettazione delle lettere e cartoline nelle due direzioni (Italia - Svizzera e Svizzera - Italia ) per "quantitativi limitati".

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Ambulante postale svizzero per Milano
Ambulante postale Basilea    Milano
1927 - Busta di corrispondenza imbucata in Italia (Valdossola) direttamente sul treno ambulante postale svizzero N° 45 diretto a Milano 1932 - Cartolina imbucata a Varzo in Ossola direttamente sul treno svizzero ambulante postale N° 142 proveniente da Basilea diretto a Milano

Una breve descrizione meritano anche i mezzi di trasporto urbano che potremmo definire "messaggeri di città"; i tram cittadini muniti di buca delle lettere arrivati alle stazioni ferroviarie svuotavano le cassette delle corrispondenze caricandole sui treni ambulanti per un rapido inoltro.

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Ambulante postale precursore 1855
Corrispondenza che parte da Tortona per Genova il 14 Luglio 1855 con l'ambulante postale ferroviario istituito da meno di un mese; la dizione del bollo è:
POSTE AMB° TRA TORINO E GENOVA (2).
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Ambulante postale  del regno 1863
1863 - Corrispondenza che parte da S. PIER D'ARENA per Torino con l'ambulante postale.
La scritta del bollo è:
AMBULANTE GENOVA-TORINO (1) . Dai numeri si arguisce che l'ambulante postale dipendeva in entrambi i casi dalla direzione postale di Genova.
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Ambulante postale  del regno  mare Adriatico Bologna
1915 - Corrispondenza imbucata ad Ancona (riportato dal testo) e smistata sull' ambulante postale -"Costa Mare Adriatico- Bologna"- per la Zona di Guerra.
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natante postale Como Colico
1919 - Corrispondenza smistata sul natante Como - Colico ambulante postale.
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treno messaggere postale
1913 - Cartolina imbucata in stazione di Rosora (AN) e trasportata con treno messaggere Foligno - Ancona.
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messaggere postale Lugo Ravenna Milano
1950 - Corrispondenza imbucata direttamente sul treno messaggere Lugo - Ravenna per Milano.
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messaggere postale brindisi Potenza Milano
1938 - Corrispondenza smistata sulla linea di messaggero postale Brindisi - Potenza.
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Ambulante postale Taranto   Napoli Verona Brennero
1949 - Corrispondenza partita da Francavilla Fontana (BR) per Siusi (BZ) smistata sulla linee dei treni ambulanti Taranto-Napoli e Verona-Brennero.
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Ambulante postale Roma  Torino
1884 - Corrispondenza imbucata direttamente sul treno ambulante postale Roma - Torino; in mancanza del timbro (come da normativa) l'addetto postale ha manoscritta la località di provenienza "da Firenze".
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1934 - Corrispondenza che porta al retro il bollo dell'ambulante postale Napoli Palermo. La lettera è partita da Venezia in aereo (idrovolante?) fino a Napoli, era indirizzata a un marinaio imbarcato sulla Vespucci, forse è stata consegnata in navigazione.
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